Pigliaru, dall’estinzione dello stato all’indipendenza della sardegna

di PAOLO L. BERNARDINI A differenza di quello che accade per Gianfranco Miglio, i cui inediti, ed estremi lavori, sono ancora avvolti dal mistero, nonostante (si dica che) contengano importanti riflessioni sulla fine e la vera natura dello Stato, che probabilmente lo avvicinano alla Scuola Austriaca, un altro grande pensatore politico del Novecento, Antonio Pigliaru (1922-1969), ha avuto almeno, postumo, il piacere di veder pubblicato il proprio testamento ideale, lo Studio sull’estinzione dello Stato. Il testo occupa le pagine da 331 a 419 (che è anche l’ultima pagina del volume) del libro, anch’esso postumo, Antonio Pigliaru, Scritti di scienza politica, pubblicati a Cagliari, presso l’editore Dattena, nel 1975. Un piacere, però, molto parziale, dal momento che lo scritto – ma questo è vero per tutto il volume, privo perfino dei nomi dei curatori – è un pessimo servizio per un ottimo pensatore: senza indice dei nomi, pieno di errori tipografici, con apici di not