di OLIVIERO CORTINOVIS*
Così iniziava un suo scritto Bracalini sull’Indipendenza: “Vige nel paese una doppia morale, già denunciata alla fine dell’Ottocento, una doppia morale nel malcostume della politica clientelare, nella corruzione della vita civile, nella criminalità organizzata e nella burocrazia disorganizzata di stampo borbonico. Enrico Ferri, deputato socialista lombardo alla fine dell’Ottocento, pronunciò in Parlamento l’accusa che fece sobbalzare l’assemblea: “Al Sud esistono oasi di onestà e sono tanto meritevoli per questo, mentre al Nord esistono oasi di disonestà”. I deputati meridionali insorsero sdegnati, specie quelli eletti con i voti della mafia e della Camorra, senza poter smentire la fondatezza dell’accusa. Il deputato lombardo Felice Cavallotti aveva sentito il bisogno di scrivere la famosa “Lettera agli onesti di tutti i partiti”, che come si può capire erano una minoranza, così che il suo appello rimase inascoltato. Il Sud resta
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