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Profitto, morale e il ruolo dell’imprenditore

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di LUDWIG VON MISES* La critica rivolta al profitto dai moralisti e dai predicatori non colpisce nel segno. Se i consumatori - la gente, l'uomo comune - preferiscono i liquori alle bibbie e le storie poliziesche ai libri seri e se i governi preferiscono al burro i cannoni, non è colpa degli imprenditori. Questi non realizzano un maggior profitto vendendo cose cattive al posto delle cose buone. I loro profitti crescono nella misura in cui sanno meglio procurare ai consumatori le cose richieste con maggiore intensità. La gente non beve bevande intossicanti per rendere felice il "capitale alcolico", ne va in guerra per accrescere i profitti dei mercanti di morte. L'industria degli armamenti è conseguenza, non causa, dello spirito bellicoso degli uomini. Non è compito degli imprenditori spingere la gente a cambiare le loro ideologie. Spetta ai filosofi. L'imprenditore serve i consumatori come essi sono oggi, anche se malvagi e ignoranti. Possiamo ammirare coloro che si aste
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