di ARTURO DOILO
Il "Fluidgenderismo", il "transessualismo", la negazione dell'essere biologicamente uomini o donne è una delle strategie politico-sociali del neomarxismo transumanista per abbattere i pilastri valoriali dell'Occidente. È una storia che viene da lontano, che attraversa gli ultimi 50 anni e che è diventata ossessiva ultimamente, finanche negli spot pubblicitari.
Al di là del demenziale "Disegno di Legge" del comunista Zan - che è l'ennesima forma di censura della libertà di pensiero e di espressione - la campagna LGBTQ+ (frociolesbicista e dintorni) è diventata un tormentone tale da essere spalmata ovunque. E guai a chi dissente. L'egemonia culturale di chi tira le fila di questo abominio bio-ideologico riesce a piegare a sé persino l'industria del fumetto, dei cartoon e del cinema, al punto da stravolgere - come faceva Winston mentre lavorava al Ministero della Verità orwelliano - i classici della nostra adolescenza.
L'ultimo in ordine di tempo è stato
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