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Quando la detrazione fa rima con burocrazia e complicazione

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di MATTEO CORSINI In tempi di dibattito sulla riforma fiscale, il PD, oltre a rilanciare la proposta di Enrico Letta di inasprire l’imposta di successione sui patrimoni oltre i 5 milioni con la quale finanziare una “dote” di 10mila euro per i diciottenni, ripresenta l’imposta sul reddito d’impresa (IRI) e lancia anche la “tassazione agevolata del secondo percettore di reddito in famiglia (TASP), con l'obiettivo di aumentare l'offerta di lavoro, dare impulso all'occupazione femminile, fare emergere il lavoro nero e favorire il ritorno nel mondo del lavoro dopo il congedo di maternità obbligatorio.” Nelle intenzioni del PD, la proposta “destina l'attuale detrazione per coniuge a carico a favore del secondo percettore in famiglia per i primi 3 anni di attività lavorativa (con un tetto ISEE di 40 mila euro) e trasforma, per le famiglie con ISEE fino a 30 mila euro, le detrazioni in crediti d'imposta IRPEF. Si prevede inoltre il riconoscimento di un credito d'imposta
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