di GIANLUCA MARCHI
Re Salomone non solo ha consegnato il "bambino" (la Lega) al suo delfino, ma ha definitivamente abdicato al suo regno assoluto sul Carroccio. Il nuovo statuto in pratica non consente a Umberto Bossi di ricandidarsi a segretario e nemmeno di convocare il congresso straordinario motu proprio: qualche spiffero raccontava infatti il proposito del Senatur di far passare un anno sabbatico e poi ricandiarsi alla guida del partito una volta passata la nottata, perché "la mia gente è sempre con me". Ma nulla di tutto ciò potrà succedere: il nome di Bossi è stampato nello statuto come presidente a vita, ma con poteri alquanto limitati. E il congresso ha respinto anche l'estremo tentativo di introdurre una quota di salvaguardia del 20% per i bossiani di ferro nella indicazione di parlamentari e consiglieri regionali. Lui ha mollato due stoccate a Tosi e a Maroni sulla storia delle scope ("il sindaco che si fa pagare l'autista dalla Lega") e sul fatto che i servizi segre
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