di FIORENZO PIEROBON
Dispiace dirlo, ma lo stato dell'indipendentismo veneto non gode di gran buona salute, nonostante l'impegno che i diversi gruppi contendenti ci mettono per divulgare il loro verbo, mentre cercano di farsi le scarpe l'un l'altro. Forse, anche per questo motivo, la buona salute è di là da venire.
Ieri, ad esempio, sul suo profilo Facebook, Lucio Chiavegato ha sbottato in questo modo: "Vedere Veneti che all'approssimarsi delle elezioni continuano a nascondere la testa sotto la sabbia e scappare dalla realtà di chi li ha rappresentati fino ad ora, mi porta a due conclusioni:
-A) Non capiscono nulla di ciò che succede dentro ai palazzi del potere e si occupano di politica un mese ogni 5 anni;
-B) Ci meritiamo di soccombere alla partitocrazia più becera che in questi decenni ha infilato paraculati in tutti i posti e quindi è giusto che li manteniamo fino a che non scoppierà il bubbone del crack finanziario.
O si fa una scelta forte per l'indipe
Ma questa volta le cose sono diverse. E’ vero che ci sono tante sigle venetiste ma in consiglio regionale ci sono già due movimenti indipendentisti ( PNE e PRIMA IL VENETO) che sommano quattro consiglieri che su sessanta rappresentano il 6,66% della consistenza consigliare.
Ma la novità interessante è che i vari movimenti stanno colloquiando tra di loro e, consapevoli che questa è la grande occasione, sono tutti “disponibili” a concentrarsi sul progetto e non sulle persone.
Come di dice qualcuno E’ LA VOLTA BUONA, non possiamo perdere questa grande opportunità.
Avnti veneti, avanti Veneto, WSM
Veneti – meritate quel che (non) avete.