di DANIELE VITTORIO COMERO
Palazzo Montecitorio e palazzo Madama, due luoghi, due giochi. Mercoledì scorso tutto il contendere sembrava essere concentrato sul Senato “federale” e sulla pattuglia aggiuntiva di pseudo-senatori, proposto negli emendamenti leghisti alla riforma costituzionale, che ritornava in aula per discutere dell’articolo due, quello dedicato proprio al Senato con la riduzione da 315 a 250 membri. La proposta dalla Lega all’inizio prevedeva una quota aggiuntiva di 40 rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano e 21 presidenti delle Regioni e delle Province autonome aventi diritto, in totale 311, 4 in meno rispetto alla composizione attualmente in vigore. Alla fine la quota aggiuntiva è stata rivista con un sub-emendamento che prevede una quota ridotta a 21 rappresentanti delle regioni e province autonome, totale 250 più 21.
Non è tutto qui, al Senato c’è stato uno scambio politico inedito: sembra quasi che la Lega No
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