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Rothbard: il libero commercio non richiede alcun trattato

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di MATTEO CORSINI “Gli anti-global hanno vinto, i protezionisti sono al governo. E ora”? Con queste parole inizia un articolo di Federico Rampini, noto giornalista di Repubblica di stanza negli Stati Uniti (avvezzo a fare i copia e incolla nei suoi articoli, ndr). Rampini è il classico “left liberal”, di quelli che ancora stanno elaborando il lutto della sconfitta subita da Hillary Clinton e che, probabilmente, tengono nel portafoglio un santino di Obama. Ricordo che anni fa, quando fece per un certo periodo il corrispondente dalla Cina, era solito apparire nelle ospitate televisive in Italia vestito come Mao Tse Tung. Come tutti i “left liberals”, Rampini confonde il crony capitalism con il libero mercato. Ne consegue che considera i trattati che ingannevolmente sono definiti di libero scambio come strumenti che effettivamente favoriscono il libero scambio. Cosa che è decisamente distante dalla realtà. Quei trattati non sono altro che la codifica degli accordi ra
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1 COMMENT

  1. Non sarei tanto certo del fatto che Trump introduca dazi a tutto spiano.
    Può e deve, piuttosto rendere più facile e meno costoso produrre e consumare in madre patria, semplicemente riducendo le tasse a tutti e limitando l’ingerenza statale e federale negli affari privati.
    Deve togliere la mordacchia al cavallo.
    Vediamo se qualcuno glielo farà presente.

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