di GIORGIO CALABRESI
E' bastato che il premier greco Antonis Samaras, in un'intervista al parigino Le Monde, accennasse alla possibilita' di vendere qualche isoletta greca disabitata per aiutare il Paese ad uscire dalla grave crisi finanziaria in cui si dibatte che in Grecia e' scoppiato un finimondo e in parecchi hanno gia' cominciato a gridare al tradimento. E cio' nonostante il premier ellenico abbia subito fissato rigidi paletti per le eventuali cessioni. ''Alcuni di questi isolotti potranno avere un utilizzo commerciale a patto che cio' non ponga problemi di sicurezza nazionale", aveva spiegato Samaras, chiarendo che non si tratterebbe di una "svendita" bensi' di "trasformare un terreno inutilizzato in capitale capace di generare ricavi al giusto prezzo''.
Le polemiche sono rimbalzate oggi sui giornali ateniesi secondo i quali - come riferisce Efimerida - il governo di Atene nega che vi sia l'intenzione di vendere le isole. Ma fonti attendibili confermano che l'Ente per la
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