di GIORGIO CALABRESE
“Spetta ai cittadini serbi scegliere i dirigenti che preferiscono”. Questa è la risposta di Bruxelles alla domanda su quale interlocutore sarebbe meglio avere a Belgrado dopo le elezioni presidenziali, politiche e amministrative che si tengono oggi in Serbia. Ma in privato si riconosce che sarebbe auspicabile una vittoria del presidente uscente Boris Tadíc e della coalizione formata attorno al suo Partito democratico, anche se per la prima volta dalla transizione democratica l’argomento dell’adesione all’Ue non ha dominato la campagna elettorale. In effetti quattro anni fa la situazione era molto diversa.
Nel 2008 l’Ue si era impegnata a sostenere Tadíc. Erano passati solo quattro mesi dalla proclamazione dell’indipendenza del Kosovo e alla vigilia di quelle elezioni l’Unione europea aveva avviato il dialogo sulla liberalizzazione del regime dei visti che aveva portato, nel 2009, alla soppressione dei visti per i serbi che viaggiano nello s