di GERARDO COCO
E’ da più di un anno che scriviamo che la ripresa americana non esiste e questa convinzione è stata sempre confermata dalla resistenza delle Federal Reserve ad aumentare i tassi di interesse. E’ vero che nel dicembre del 2015 l’istituto portava il tasso ufficiale dallo zero allo 0.25%, ma come scrivemmo, si trattava di un aumento simbolico per evitare che la banca centrale più prestigiosa al mondo, dopo le tante promesse di aumenti, perdesse credibilità e deludesse le aspettative dei mercati. Sarebbe stata l’ammissione dell’inesistenza della ripresa. «Abbiamo fatto l’aumento per dare fiducia ai mercati» disse il presidente Janet Yellen a titolo di contentino ma poco convinta di quanto facesse. Senza contare che il tasso di interesse rimaneva al di sotto del’inflazione ufficiale del 2%, segnalando pertanto la persistenza della deflazione.
Per quanto irrisorio, fu un aumento intempestivo perché sia l’economia americana sia quella del resto
E l’inflazione core rilevata, a patto che siano dati poco addomesticati, attorno al 2,3% come si inseriscono in questo quadro.
Per certuni è una specie di invito per la yellen ad aumentarli i tassi.