di MASSIMO LEMBO
Mettere in discussione l’indipendenza dei giudici – di per sé – è cosa da rifiutare. La separazione (e l’indipendenza) dei poteri è da tempo alla base dei principi della democrazia e, in particolare, delle democrazie occidentali come ci hanno insegnato Montesquieu e Brissot de Varville.
Questo cardine fa parte anche delle culture giuridiche statunitensi e canadesi.
L’indipendenza dei giudici o meglio delle loro decisioni negli ordinamenti di common law è però costretta nell’ambito dello “stare decisis”, cioè dell’importanza del cosiddetto precedente.
In Italia, il Magistrato applica la legge e, come noto, è condizionato solo dalle decisioni della Corte di Cassazione a Sezioni Unite e sostanzialmente non risponde del suo operato, se non in via disciplinare, davanti al Consiglio Superiore della Magistratura sulla cui attuale veste forse è il caso di stendere un velo pietoso.
Questa superficiale premessa con tutti i limiti e le cen
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