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“Sono stato amico della rivoluzione cubana e di Fidel. Ora, va detta la verità”

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di ARTURO DOILO Di tanto in tanto, qualcuno viene "folgorato sulla via di Damasco". Non parliamo di San Paolo di Tarso, no, ma di Joaquín Ramón Martínez Sabina, scrittore e poeta spagnolo, classe 1949, cresciuto e maturato leggendo Neruda, Proust, Joyce e Marcuse. Wikipedia lo descrive così: "Ideologicamente fu sostenitore delle idee di sinistra , aderendo a movimenti in opposizione al regime franchista, nonchè aderente al Partito comunista spagnolo. Nel 1970, per protestare lanciò una bomba Molotov contro la sede granadina del  Banco di Bilbao, il che lo costrinse a dover fuggire, con nome e passaporto falso, in esilio. Fece rotta verso Parigi, dove si fermerà qualche mese, per poi dirigersi a Londra dove visse il primo anno come squatter". Un vero rivoluzionario insomma che, dopo tanti anni ad alzare il pugno sinistro e a credere alla "revolución", soprattutto cubana, s'è reso conto che i conti non sono mai tornati. Lo ha subito notato Gloria Alvarez, che non ha p
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