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Il tetto infinito del debito pubblico americano

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di MATTEO CORSINI

Mentre da più parti sono ancora considerati un esempio di governo limitato, gli Stati Uniti non lo sono più da decenni. All’inizio del XXI secolo il debito federale era poco superiore alla metà del Pil, mentre ora veleggia attorno al 130% del Pil.

Tra democratici e repubblicani cambiano le voci di spesa pubblica che preferiscono aumentare e l’approccio alla tassazione, ma nessuno è veramente contro il big government. Per i repubblicani c’è l’aggravante che, a parole, dicono ancora di esserlo, salvo poi non agire coerentemente.

Ne consegue che il tetto al debito pubblico, che deve essere fissato per legge dal Congresso, è raggiunto quasi tutti gli anni. E puntualmente aumentato, anche se si creano tira e molla in caso di maggioranza non uniforme nei due rami del Congresso, come a seguito delle recenti elezioni di Mid term. In tal caso, con l’approssimarsi del raggiungimento del limite, iniziano a essere lanciati allarmi sul default e la chiusura degli uffici pubblici, paventando catastrofi che poi sono sempre evitate.

L’ultimo ritocco al limite è avvenuto a fine 2021, quando il tetto è stato portato da 28881 a 31381 miliardi di dollari. Eppure già oggi è iniziato il coro dei sostenitori democratici affinché i llimite sia totalmente rimosso. Lo fa, per esempio, Jonathan Bernstein dalle colonne di Bloomberg Opinion, aggiungendo che i democratici dovrebbero emanare una legge “per prevenire che un futuro presidente repubblicano possa distruggere il servizio civile” (inteso come amministrazione pubblica).

Che il tetto al debito sia una foglia di fico è indiscutibile, ma proprio per questo gli allarmismi sono ridicoli.

Per contestualizzare la questione, nel 1946 il tetto era pari a 275 miliardi e fino al 1954 non fu necessario aumentarlo. Poi l’intervallo tra un aumento e il successivo andò diminuendo, mentre la cifra lievitava. Fino a maggio 2002 era “ancora” sotto i 6mila miliardi. Oggi siamo arrivati, come accennato, a 31381 miliardi di dollari. E tra qualche mese non basteranno neppure quelli. Non aggiungo altro.

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