di SANDRO SCOPPA*
Uno dei fenomeni più significativi del nostro tempo è rappresentato dalla crescita accelerata e rilevante delle funzioni dello Stato che, come ha scritto Ludwig von Mises, «è essenzialmente un apparato di costrizione e coercizione». Mises ha giustamente visto che «il tratto caratteristico» delle attività statali consiste nel «costringere la gente, attraverso l’applicazione o la minaccia della forza, a comportarsi diversamente da come avrebbe fatto». Il processo di espansione della sfera di intervento statale appare al momento inarrestabile. Ed è favorito dall’azione di ideologiche ostili al mercato e alla cooperazione sociale volontaria, a cui l’affermazione in campo economico delle teorie keynesiane ha dato un rilevante e rinnovato sostegno. È così che, attraverso l’attribuzione di sempre più vaste competenze in materia economica e sociale, il potere pubblico reso pervasiva la sua presenza nella società. Come è mostrato da vari elementi, l
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