di GIANMARIO LUSSI
Prosegue la bufera nella Lega alla vigilia di un voto che sarà il primo test sulla tenuta elettorale del Carroccio dopo i guai giudiziari e le pseudo-dimissioni di Bossi dalla segreteria, che ha già annunciato la sua ricandidatura. Ieri, è stato Piergiorgio Stiffoni a creare ancor più burrasca. L'ex tesoriere della Lega al Senato che, sicuro dell'oculatezza della sua gestione e dell'ingiustizia della sua estromissione dal movimento, ha deciso di querelare per diffamazione Roberto Maroni, il principale candidato alla successione del Senatur. A stretto giro di posta gli ha replicato il presidente dei senatori leghisti, Federico Bricolo, chiamato in causa da Stiffoni («Bricolo era assolutamente a conoscenza della operatività amministrativa»). Il capogruppo nega («personalmente - dice - ho saputo del suo investimento in diamanti leggendo i giornali») e ribadisce la sua «totale estraneità a questa vicenda».
Querele e scheletri negli armadi a parte, il p
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