di GIORGIO CALABRESE
Non si è ancora spento il polverone sull'articolo 18 che un'altra mina, l'aumento dell'Iva al 23% da ottobre prevista dal decreto salva Italia, si presenta al Governo. Se non ci saranno altre entrare l'aumento sarà inevitabile, perché di tagliare la spesa pubblica con il machete non se ne parla. E così un'altro aumento di tassazione si abbatterà sui cittadini già resi esausti dal carico fiscale. Ovviamente per le parti del Bel paese che l'Iva la paga. Perché per chi la evade oltre l'80% non è un problema.
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli lancia l'allarme: «nel triennio 2011-2014 porterebbe a una perdita nei consumi di 38 miliardi di euro» e il ministro dello Sviluppo Corrado Passera usa tutta la cautela possibile assicurando che «l'impegno dell'esecutivo» è quello di trovare altre risorse che evitino di farvi ricorso, senza far cadere il tema proposto dalla confederazione. «Si è dovuta mettere l'Iva da un certo punto per far quadra
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