di STEFANO MAGNI
I poliziotti e i militari cinesi di stanza in Tibet, hanno adottato una nuova arma: l’estintore. Serve per spegnere in tempo le fiamme dei tibetani che si danno fuoco, pur di non vivere sotto l’occupazione del regime di Pechino.
Le auto-immolazioni sono ormai un fenomeno dilagante in tutto il Tibet: sono salite a 38 con il suicidio di Rikyo, una giovane madre di 33 anni, che si è data fuoco di fronte Dzamthang, nella contea di Ngaba. Le autorità cinesi hanno imposto di eseguire subito il suo funerale, per evitare disordini, minacciando di requisire le sue spoglie. L’obiettivo delle autorità non è stato raggiunto: per due giorni, circa 5000 fra monaci buddisti e semplici cittadini, si sono radunati a Dzamthang per dare il loro ultimo saluto a Rikyo e celebrarne l’estremo coraggio.
Domenica scorsa erano stati altri due giovani a darsi fuoco, di fronte al monastero di Jokhang, nel cuore di Lhasa. Si è trattato delle prime due auto-immolazioni nel cuo
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