di ALFREDO MOROSETTI
Perché è così facile manipolare le masse? Perché la loro mente è sclerotizzata da un insieme di schemi elementari e di natura prevalentemente affettiva e afflittiva. In poche parole perché di fronte a qualunque evento, non importa se semplice o complesso, il loro riflesso condizionato di approccio è quello delle lavandaie, ossia chi ha ragione e chi ha torto.
In definitiva l’interpretazione immediata che danno degli eventi è quello di una lite fra inquilini, fra comari che si contendono qualcosa, quindi l’euristica che guida il loro indagare (si fa per dire) è quella di chi ha ragione (esercita un diritto riconosciuto), dunque è buono e quella di chi ha torto (infrange un altrui diritto) dunque è cattivo. Così ogni ragionamento che vorrebbe scoprire con cognizione di causa cosa implica e dove porta un qualunque conflitto è confinato e reso vano dalla ricerca dei buoni e dei cattivi. Ma a livello di situazioni complesse non ci sono buoni e cattivi, non ci sono quelli che stanno dalla parte della ragione e quelli dalla torto.
Entrambi sono sempre dalla parte del torto e della ragione, ovvero sono contemporaneamente i buoni e i cattivi. Se così non fosse la situazione di cui si parla non sarebbe complessa, bensì semplice. Fra pellerossa e pionieri yankee chi aveva ragione e chi aveva torto, chi era buono e chi era cattivo? Entrambi, tanto è vero che di volta in volta, a seconda del clima di pubblico sentimentalismo prevalente, sono stati descritti come buoni gli uni e poi gli altri e viceversa. La stessa cosa per ogni vicenda storica di ampio respiro che coinvolge popoli e mobilita interessi e prospettive che finiscono per ricadere su tutti e in particolare anche su coloro che non partecipano direttamente al conflitto.
Chi aveva torto o ragione, ad esempio, in Russia nel 1918 fra le armate bianche e quelle rosse? Chi erano i buoni e i cattivi in Vandea nel 1793? Ora, un conto è valutare un evento storico complesso morto e sepolto nel tempo, e un conto è valutarlo quando si è contemporanei ad esso, per un motivo molto semplice, perché un evento complesso coinvolge non solo i diretti contendenti, ma anche chi è estraneo ma contiguo ad esso. Se le reazionarie, razziste, imperialiste armate bianche avessero vinto quelle rosse, quanto diversa e più felice sarebbe stata la storia dell’Europa occidentale?
Di sicuro – su questo gli storici di maggior prestigio concordano – non ci sarebbe stato né fascismo in Italia né nazismo un Germania, non ci sarebbe stato l’Olocausto e molto probabilmente nemmeno la seconda guerra mondiale. Naturalmente non sappiamo cosa al loro posto. Oggi vediamo la medesima situazione per quanto riguarda Israele e Gaza.
L’imbecille di massa, di cui la fetta più grossa è composta dalla nuova classe sociale dei mezzi studiati, ovvero dall’evoluzione sociale della lavandaia, vuole a tutti i costi scoprire chi ha torto o ragione, chi è il buono e chi il cattivo. Ovvero applica categorie elementari e stonate ad una situazione complessa. Ma siccome una disamina razionale di una situazione complessa è in primo luogo individuare gli effetti che la sua evoluzione in un senso o nell’altro verrebbe ad avere sul contesto generale, quello appunto che la rende complessa, dunque, in questo caso, sul Mediterraneo tutto e sulla Europa occidentale in particolare, cosa accadrebbe se Israele fosse non tanto annichilito, come ovviamente desiderano Hamas, l’Iran e buona parte degli arabi, ma semplicemente ridimensionato e ridotto a un fortilizio assediato e isolato?
Io dico che in Europa allora avverrebbe qualcosa di simile a quanto accadde all’impero romano, quando i Franchi passarono il Reno e si presero la Gallia, Visigoti la Spagna e l’Aquitania, gli Ostrogoti l’Italia, i Sassoni e gli Angli la Britannia. Nessuno potrebbe più fermare Egiziani, Marocchini, Tunisini, Algerini, Siriani, Turchi. Un bene o un male, una cosa del genere? Ecco una domanda stupida, semplicemente perché quello che noi siamo e desideriamo essere non ci sarebbe più e una cosa è buona o cattiva solo per qualcuno che continua ad esserci, ma se non c’è più come fa dire che la cosa che sta passando è buona o cattiva?


Non credo che Israele sia un baluardo (inconsapevole s’intende, perchè si occupa principalmente dei guai suoi, che sono già tanti) per musulmani vari dall’invadere l’Europa, visto il fenomeno è già in atto e procede benissimo da decenni grazie all’insipienza delle nostre teste d’uovo.