di CARLO ZUCCHI*
Le cifre della disoccupazione parlano di un 36% di senza lavoro tra giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Negli ultimi 5 anni il numero di occupati in questa fascia di età è diminuito 1 milione e 457 mila unità, ossia del 20%. Cifre da brivido, non c’è che dire.
Indubbiamente, la crisi in atto da 5 anni a questa parte gioca un ruolo non piccolo, e lo stesso dicasi per le malefatte dei governi succedutisi negli ultimi 20 anni, che hanno fatto di tutto per tutelare le posizioni di potere esistenti, dalle quali, per definizione, i giovani sono esclusi. Da un lato, la sinistra si è da sempre piegata ai diktat della Cgil, finalizzati al mantenimento di un mercato del lavoro rigido, imperniato sul posto fisso, che protegge solo chi il lavoro già ce l’ha a discapito di chi lo deve cercare, ossia i giovani, per l’appunto. Dall’altro, il centrodestra ha vergognosamente tradito i suoi propositi di rivoluzione liberale, difendendo strenuamente ogni fo
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