di ALESSANDRO MOCELLIN
Confesso di aver letto più e più volte, e di nuovo anche a distanza di qualche giorno, l'articolo di Ennio Fortuna del 19 settembre 2012 sul Gazzettino (immagine a lato). Se c'è qualcosa di sconcertante in quel testo, non è certo l'opzione del referendum veneto: a turbarmi è la superficialità dell'analisi tecnico-giuridica, che non mi aspettavo da una figura del genere. Non mi sorprende, invece, l'impiego di terminologia screditante e da comizio, né, tantomeno, il ricorso a quella che sembra una “conta dei morti”, pratica ormai consolidata del frasario risorgimentale italiano.
Ritengo sia emotivamente intollerabile che si faccia mercificazione della morte di migliaia di persone, dandole un valore “un tanto al chilo”. Tuttavia, è sul punto di vista razionale, invece, che questo argomento mostra la sua erroneità: dobbiamo forse fare una “conta dei morti” per stabilire quali valori nella Storia abbiano avuto più peso di altri? Voglio prop
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