FONTE ORIGINALE: agenzia ansa di Teodoro Fulgione
Via da Roma, via dal Parlamento e tutti a 'lavurar' sul territorio, al Nord. L'ipotesi della Lega di non presentarsi alle prossime elezioni politiche (quelle italiane, per intenderci) acquista sempre più credito. Roberto Maroni non la smentisce e rimanda la questione «al congresso» federale di fine giugno. Ma la tentazione del Carroccio di ritirarsi 'sull'aventino padanò per superare il momento di crisi è sempre più forte. Nel movimento l'idea ha dato vita ad un dibattito acceso. La provocazione non è nuova: lo stesso Umberto Bossi l'aveva indicata in passato come opzione per spingere Roma a trattare sul federalismo. L'idea, però, si basava su due condizioni: conquista dei governi locali e forte seguito tra gli elettori. La prima è soddisfatta. La Lega può contare su centinaia di sindaci ed amministratori locali, e sopratutto i governatori di Piemonte e Veneto sono suoi. Ma è la seconda condizione che viene meno: i soste
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