di GIANLUCA MARCHI
Cosa sia successo nella seduta straordinaria del Consiglio regionale del Veneto di mercoledì i nostri lettori lo sanno benissimo, avendo potuto leggere la cronaca puntuale di Carlo Melina oltre ad altri editoriali e commenti. Di conseguenza mi astengo dal tornare sulle medesime questioni: mi limito a registrare che molti, anche e soprattutto fra i nostri lettori, avevano riposto notevoli speranze in questo passaggio consiliare e sono rimasti piuttosto delusi dal documento votato, frutto certo di una mediazione, che è sempre un processo al ribasso. Ma che, se vista con l'occhio di guarda al bicchiere mezzo pieno, potrebbe rivelarsi una opportunità straordinaria. Nella mozione votata la sostituzione della parola "indipendenza" con "autodeterminazione" (che in realtà puzza di bizantinismo italico) è stata letta da più parti come un deciso passo indietro, anche se personalmente non sarei così drastico visto che le due parole sono in un certo senso concatenate n
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