di ENZO TRENTIN
Si sa che Platone non era un democratico. Nella “La Repubblica (Libro V)”, Platone riconosce soltanto un criterio supremo di giudizio, l’interesse dello stato. Ogni cosa che lo rafforza è buona e virtuosa e giusta; ogni cosa che lo minaccia è cattiva, perversa e ingiusta. Le azioni che servono a esso sono morali; le azioni che lo mettono in pericolo sono immorali. In altre parole, il codice morale di Platone è strettamente strumentale: è un codice di utilitarismo collettivistico o politico. Il criterio della moralità è l’interesse dello stato. La moralità non è altro che igiene politica. Questa è la teoria collettivistica, tribale, totalitaria della morale. E giustamente Karl Popper giudica duramente il pensiero di Platone. Pensiero che ha avuto tanta influenza sulle ideologie politiche che tante tragedie hanno causato agli esseri umani. Una delle più brillanti esposizioni della posizione di Platone si trova in Limits of State Action di Wilhelm vo
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