di LEONARDO FACCO
Ascoltando i comizi di Lucio Chiavegato in quel di Soave (Vr), una spettacolare salva di applausi se l'è aggiudicata quando ha pronunciato le parole "rivolta fiscale". Spesso (sui social network pullulano i sapientoni), sentiamo annunciare rivolte fiscali, ma altrettanto spesso chi ne ciancia non ha chiaro cosa significhi organizzarne una, aldilà dello slogan che fa sempre presa e scalda i cuori.
Certo, anche l'evasione fiscale - come ha scritto Charles Adams - è una forma di rivolta fiscale (individuale e privata). Anzi essa è "l'ultimo stadio delle forme di ribellione pacifica e silenziosa prima che scoppi la rivoluzione vera", il casino insomma. La storia è un concentrato di esempi a cui si può attingere. Quando si cita Gandhi come riferimento in tal senso - fu lui a dire che “rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo” - bisogna anche ricordare che lo fece autodenunciandosi, prendendo una sacca di botte
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