di GUGLIELMO PIOMBINI
Oggi i sostenitori delle virtù “ecologiche” della proprietà privata, a differenza di non molto tempo fa, non sono più costretti a rimanere nel campo della teoria astratta, per quanto logicamente impeccabile, ma possono produrre conferme empiriche sotto forma di dati, esempi, esperienze.
In Europa per secoli e secoli l’ambiente naturale è stato protetto efficacemente dalle comunità rurali e non dallo Stato. Nel Medioevo i pascoli, i boschi, le foreste e le acque erano infatti generalmente curate dai diretti interessati: i signori feudali o le famiglie contadine. Queste aree erano spesso considerate “proprietà comuni” degli abitanti del villaggio, e complesse e minuziose consuetudini ne regolavano l’uso collettivo, stabilendo i vari diritti di legnatico, di uso d’acqua, di caccia e pesca, e così via. Si trattava quindi di una realtà giuridica simile all’odierna proprietà condominiale, che ha garantito per tempi lunghissimi l’equilibr
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