In questi giorni il ventesimo anniversario di un pezzo di storia italiana, anche se poi tangentopoli si è risolta quasi solamente a livello emotivo e non nel resto. Ma l’emozione allora era straordinaria, ricordo tutto particolarmente bene perché in quel 1992 ogni giorno, escluse le domeniche, ero in onda con Funari in “Mezzogiorno italiano” programma su Italia 1.
Era il primo Funari giornalaio che portava la politica anche in casa della signora Ninetta che mai aveva capito di quelle cose. Che rivoluzione, con tangentopoli ci si sentiva tutti Robin Hood ed io andavo giù di brutto con le mie canzoncine satiriche preparate un’ora prima della trasmissione a ritmo di blues, mentre Gianfranco gongolava.
Mario Chiesa fu scoperto in questi giorni di vent’anni fa con una tangente ridicola a pensarci oggi, 7 milioni di lire e via via tanti altri con distruzione di uomini e partiti. Ricordo però che un giorno di metà luglio dello stesso anno, una mattina bloccarono inprovvisamente la nostra trasmissione e per sempre. Sapemmo sei mesi dopo, da una confessione di Berlusconi a Funari, che fu lui stesso obbligato da Craxi ad interrompere il programma. Caro e dolce Bettino, scappato poi dall’Italia e al quale alcuni vorrebbero dedicare una via o un parco a Milano.
Viene però nostalgia pensare a tangentopoli perché oggi la corruzione è ben più presente di vent’anni fa e ci costa, pare, 60 miliardi l’anno. Moltissimi parlamentari sono indagati e parecchi di loro sono dichiarati colpevoli in forma definitiva( e fanno le leggi per noi, ma in quale altro posto al mondo?). Se prima le tangenti riguardavano certe sfere più alte oggi sono accessibili a molti, quasi a tutti.
Mi viene in mente una vecchia barzelletta: siamo in un ristorante e dopo il pranzo al momento del conto, il cliente chiede: “Fate uno sconto ai vostri colleghi?” “Perché, siete anche voi nella ristorazione?” “No, sono un ladro”. La pratica è quindi sempre più diffusa: lo fai tu e lo faccio anch’io. E potremmo cantare tutti in coro un testo semplicissimo sulla famosa canzone di Branduardi: “ …..E venne il Presidente / che incassò dal Ministro / corrotto dal Segretario / fu convinto dal portaborse / che riscosse dalla Regione / il cui amministratore / non sapeva proprio nulla / che l’imprenditore non pagava / evadendo tutta l’ IVA / che il Direttore riceveva / dal vice-Direttore / che per costruire il grattacielo / con la camorra è meglio accordarsi / ci si incontra con l’assessore / che tanto nessuno si accorge / del tangentino che mio padre pagò!”
O cara vecchia Tangentopoli.
Ci ricordiamo molto bene tutti di quei tempi caro Pongo. Mi ricordo anche di quel tormentone “vai avanti Di Pietro… vai avanti …”. Andò tutto avanti … ma in peggio.
E venne il “mortazza” che ci portò l’euro/ che ci fregò la tassa/ che non ci rese mai/ che ci portò sventura/ che ci fregò i risparmi/ e pure la Lega/con Berlusconi/ che lisciò il pelo/ alle donnine/ che a donnine il nord mandò …
Su youtube ci sono i video del processo e delle interviste di Craxi. Al processo fu sincero, disse che era “praxi” di tutti la tangente, era solo questione di spartizioni secondo il potere. E’ vero, al confronto di oggi quelle porcherie fanno ridere. L’allora tesoriere di Bossi si accontentava di 200 milioni, oggi solo con Belsito & company mi sono perso nei conti.
Mi chiedo anche se ci fosse ancora Funari cosa direbbe oggi: “vai avanti Di Pietro … o … qualcos’altro?”. Chissà cosa direbbe di tutti? Riuscirebbe a districarsi dalla matassa dei nomi? Oggi forse me lo vedrei bene con i teorici della cospirazione, quasi come un anatroccolo che nuota nello stagno.
Di una cosa sono sicuro: non dirò più si stava meglio quando si stava peggio perchè abbiamo già passato da un pezzo il punto di non ritorno.
C’ero anch’io e pilotavo uno dei vidiwall