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Non pagare l’iva per sopravvivere al fisco italiano

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di PAOLO REBUFFO* Riprendo questo breve lancio da Milano Finanza: "Una vera nemesi. Per anni lo Stato ha usato le imprese come una sorta di banca, facendosi anticipare l’Iva e accumulando nei confronti dei suoi fornitori debiti commerciali per oltre 70 miliardi. Adesso, ai tempi del credit crunch, con i rubinetti delle banche chiusi, sono le imprese a usare lo Stato per finanziarsi. Il meccanismo è semplice e il fenomeno avrebbe raggiunto una consistenzaza tale da far scattare un campanello d’allarme nel governo. In molti avrebbero iniziato a ritardare il pagamento dell’Iva, l’imposta sul valore aggiunto. Un escamotage border line, ma lecito. L’impresa fa la dichiarazione Iva ma non effettua il pagamento. Se il debito si mantiene sotto i 50 mila euro (sopra scatterebbe il reato penale) si può mettere in regola entro la fine dell’anno pagando una sanzione del 3,75%, oltre gli interessi. Fino alla fine del 2011 il tasso legale era dell’1,5%, poi Mario Monti, da
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