di GIOVANNI BIRINDELLI
In un recente articolo, La Stampa sostiene che "tutte e quattro [le banche fallite e salvate dal governo, n.d.r.], per ragioni diverse, sono vittime del cattivo credito. [Per esempio] Cassa Marche, che in pochi anni ha accumulato 500 milioni di euro di sofferenze, Banca Etruria la quale ... concedeva credito con una tale facilità da spingersi a offrire 180 milioni di garanzie a 13 dei suoi stessi amministratori, metà dei quali trasformatisi in sofferenze". I passi più sconcertanti di questo concentrato di analfabetismo economico sono due:
1) adesso le banche, il cui lavoro è concedere il credito e quindi selezionare i migliori debitori e discriminare in favore di essi, sono diventate "vittime del cattivo credito". Come dire: un investitore finanziario fa investimenti dissennati e non è lui un cattivo investitore: è ‘vittima dei cattivi investimenti’.
2) le banche sarebbero entrate in crisi "per ragioni diverse". Quella che è necessariamente d
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