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Mps, il campanello dall’allarme di un sistema bancario malato

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di MATTEO CORSINI “MPS è risanato, investire è un affare”. Questo ebbe a dire Matteo Renzi circa 11 mesi fa. Una affermazione che era poco credibile, come tante altre di Renzi, ma che credo non gli precluderebbe la carriera di analista finanziario (considerando quello che si leggere a volte da parte di chi lo fa davvero) qualora decidesse di cambiare mestiere. Sulla crisi di diverse banche il governo è stato da più parti accusato di aver dato il peggio di sé. Il motivo sarebbe l’aver più volte rimandato la (sostanziale) nazionalizzazione delle banche in questione. Renzi ha più volte affermato di preferire soluzioni di mercato, e questo sarebbe condivisibile. Il problema è che lo affermava non tanto perché creda veramente che lo Stato non debba intervenire con denaro dei contribuenti in questo o quel settore, quanto perché riteneva (molto probabilmente a ragione) che aiutare le banche sia politicamente suicida (mentre continua a non esserlo il sussidio al cinema
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1 COMMENT

  1. La debolezza delle banche italiane è dovuta a quattro motivi:
    – la commistione tra banche commerciali e banche d’affari con la legge Draghi del 1993
    – l’immissione della politica alla cui interferenza è dovuta la gran parte dei crediti inesigibili a danno degli imprenditori attivi
    – l’aver contribuito alla crisi tagliando il credito alle piccole e medie imprese a causa del punto due
    – utilizzare i fondi dei risparmiatori per manovre speculative o acquisti immobiliari invece che sostenere l’economia reale ed essersi riempite di titoli tossici come i titoli di Stato italiani.

    Detto questo è evidente che alcune banche sono già in fallimento o a un passo dal fallimento con conseguenze su tutto il settore per i prestiti e gli scambi monetari interbancari. E’ evidente che lo Stato dovrà intervenire nazionalizzando diverse banche e spero che sia l’occasione per fare pulizia nel settore, allontanandone la politica e facendo tornare le banche nazionalizzate a fare le banche commerciali “pure”. Altro motivo è il default sul debito pubblico che prima o poi avverrà con conseguente fallimento di parecchie banche. Il problema è dove trovare i soldi per tutto questo, la scelta peggiore è la tassazione (patrimoniale) che ammazzerebbe il poco residuo di economia e consumi interni, rimane solo l’emissione di denaro possibile solo uscendo dall’euro.

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