Jedlicka a washington, make liberland great again

di JOSHUA KEATING I leader stranieri erano pochi e lontani tra loro, alla cerimonia d’insediamento di venerdì a Washington. Benjamin Netanyahu ha declinato l'invito. L'ufficio di Justin Trudeau ha comunicato il suo rammarico per l’assenza. Questo non è insolito: i governi stranieri in genere mandano i loro ambasciatori, mentre primi ministri e presidenti restano a casa. Ma almeno un capo di stato il viaggio se l’è fatto. Mi sono incontrato con Vit Jedlicka, presidente della Libera Repubblica di Liberland, e la sua delegazione di circa venti persone, appena fuori dalla fermata della metropolitana di Federal Center, venerdì mattina. Erano un po' in ritardo sulla tabella di marcia, reduci da una serata di pre-inaugurazione a un galà dell’American Tax Reform, ma erano di buon umore, entusiasti di rappresentare il più recente paese del mondo (almeno secondo loro) alla cerimonia del giuramento e felici del tempo passato a D.C. finora. "Ieri siamo riusciti a trovare un gui