di ETTORE BEGGIATO
Lassù a Cercivento, in Carnia, neanche 700 anime, sta un cippo che della Grande Guerra dice la verità. Ed è forse per questo che lassù non si fanno vedere le alte autorità della Repubblica. Perché lassù a Cercivento, dietro il piccolo cimitero, sta l’unico monumento al mondo che onora un disertore.
Tra poco fanno cent’anni: l’alpino Ortis Silvio Gaetano, da Paluzza, venne fucilato proprio lì, dietro al piccolo cimitero, dopo un processo sommario celebrato nella chiesetta, dalla quale il parroco, sfidando i militari, aveva portato via il Santissimo. Con lui caddero nella polvere di quel 1° luglio 1916 Corradazzi Giovanni Battista, da Forni di Sopra, Matiz Basilio, da Timau, e Massaro Angelo, da Maniago. Tutti alpini dell’8° Reggimento, 109.ma Compagnia. Tutti condannati a morte per rivolta e diserzione. E al disonore per l’eternità: decenni dopo, ai discendenti è respinta la domanda di assunzione nei corpi statali, e quando, in anni recen
Tutti gli Stati sono entità diaboliche e anticristiane, ma questa terribile vicenda fa comprendere come lo Stato italiano sia stato fino ad oggi uno dei peggiori della storia..
altro che anniversari… si dovrebbero vergognare di celebrare con fanfare e sbandieramenti le atrocità commesse….una guerra assurda condotta da incapaci e macellai su territori che mai avrebbero avuto il diritto di calpestare… perché non si abbrunano tutti i tricolori? o meglio, toglieteli!
Se ci appelliamo ai carcerieri…