di LEONARDO FACCO
Mi è venuta la voglia di scrivere un romanzo. Il secondo. Non so ancora se ci riuscirò, ma nel mentre - giusto per continuare familiarizzare con il genere e la prosa - mi sto dedicando alla lettura, e rilettura, di autori più o meno conosciuti. Frugando in libreria, mi sono imbattuto in un classico della fantascienza, che ho letto una ventina di anni fa: "Non è ver che sia la Mafia", di C. M. Kornbluth.
Uscito nella mitica collana "Urania" della Mondadori, nel 1977, questo libro è un meraviglioso racconto utopico, ma neanche troppo. Come recita il riassunto nella quarta di copertina, si tratta di "Un libro immorale, sovversivo, stimolante, divertentissimo", così il "New Herald Tribune" definì questo romanzo quando apparve nel 1953. Perché mai? Kornbluth descrive, dopotutto, un'America felice, libera, pacifica, dove i cittadini sono contenti della società e la società dei cittadini. Non ci sono burocrati, e tutto funziona benissimo. Non ci sono tasse,
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