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Lo stato dell’arte dell’indipendentismo veneto

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di ENZO TRENTIN Per le elezioni regionali nel Veneto, del 2015, la Corte d’Appello decise di fare un ulteriore approfondimento (ça va sans dire: il terzo) per l’assegnazione dei seggi in base ai resti. Il presidente Luca Zaia si era frattanto lamentato per questo iter, durato oltre un mese, senza rendersi conto che probabilmente le difficoltà sorgevano dall’interpretazione della legge elettorale emanata dalla precedente amministrazione, sempre a guida Zaia. La conclusione fu che ad  “arrampicarsi” in Consiglio regionale fu una persona assai disinvolta, candidata nel collegio di Vicenza, portatrice di una genealogia politica inopportuna. Poco tempo dopo la nomina, i suoi ex compagni di cordata gli si rivoltarono contro: «Ha firmato un patto, paghi 200 mila euro» […] Via l’indipendenza dal logo, faremo causa al consigliere Antonio Guadagnini.» E lui di rimando: «Volevano impormi cosa fare, quel testo non vale».  «Il problema sostanziale non è l’
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3 COMMENTS

  1. Quando si e’ consapevoli di un diritto e non si sopporta piu’ di esserne privati, non si puo’ non battersi per farlo valere, costi quel che costi… il danno ce lo facciamo da soli se si rinuncia… e purtroppo troppi han fatto l’abitudine ad essere “schiavi”… e quel che e’ peggio e’ che i piu’ furbi ci marciano pure facendo finta di fare qualcosa per cambiare la situazione, alla fine solo per se stessi… che tristezza!.. chissa’ se intimamente si vergognano!

  2. Alle persone piu’ accorte l’opportunismo del candidato Guadagnin in un momento molto importante del cammino dei Veneti verso l’indipendenza che Plebiscito.eu portava avanti con perseveranza ma nel totale silenzio della stampa, se non per demolirlo, era parso scandaloso… con che faccia i gestori regionali delle elezioni mercanteggiavano sulle parole… Purtroppo e’ il malcostume della politica e dei soggetti che vivono di essa pensando ai propri vantaggi immediati… coerenza? principi? non sono roba per loro….

  3. Erano ben intuibili le aspirazioni del Guadagnin appena entrato nel movimento, ma esporle si rischiava la censura dei seguaci, quelli poi pentiti nell’aver aver sostenuto il traditore, altri son rimasti tali forse perchè crudi nel comprendere l’azione, forse perchè complici. Per i restanti originali, pure e crudi che già s’erano accorti dell’inganno, la campagna mossa nei loro confronti fu assai denigratoria. Basti pensare cosa accadde al VIEST; guardie-gorilla assunte a sorpresa dai vili traditori formarono scudo al golpe a quelle elezioni-votazioni farsa che ancora una volta andavano a disintegrare e sovvertire il movimento base.
    Sembra per i polentoni la storia inesorabile si ripeta, dalla Liga Veneta fagocitata dalla lega Nord, così PNV, poi Veneto Stato e Indipendenza Veneta… Quando il movimento si fa serio ecco entrarvirci infiltrati ricchi di risorse che strappano le redini e conducono anzichè alla meta, in un giro tondo. Così i Veneti han perso 30 anni con la Lega, oggi idem, stessa strategia, distrazione atta a sviare dalla vera meta.
    Ancora un “Ricavini” amante della carega, del compenso sistemico italico, ex UDC voltagabbana e traditore verso chi si fidava, mettiamolo nel girone dantesco.

    sz

    – fondatore PNV-VS-IV

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