di MATTEO CORSINI
Il ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona, ha partorito un documento inviato ai partner europei, dal titolo “Una politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa”.
Si tratta di un condensato del Savona pensiero, che rappresenta la corrente del keynesismo italico che, ancorché con un linguaggio che non è quello sgangherato di chi lo ha voluto nel governo, punta allo stesso obiettivo: liberare l’Italia dai vincoli di bilancio. Non volendo apparire falsamente modesto, Savona parte con una citazione tratta da “Il Principe” di Niccolò Machiavelli:
“Non esiste cosa più difficile a trattare, né più dubbia a riuscire, né più pericolosa a maneggiare, che farsi capo e introdurre nuovi ordini, perché lo introduttore ha per nimici tutti quelli che degli ordini vecchi fanno bene, e ha tepidi defensori tutti quelli che degli ordini nuovi farebbono bene”.
In realtà non vi è nulla di essenzialmente nuovo in quello che poi propone, a
Si, adesso sono tutte repubbliche marinare.
BASTA fare storia distorta e tendenziosa.
Dire a Paolo Bernardini che distorce la storia beh… è come scrivere che Napolitano fa il bene della gente.
E’ un ottantenne che dovrebbe esser già a riposo, tranquillo e sereno.
Non riesco a capire quello che scrive, e non perchè io sia ottuso, ma perchè è Savona stesso che non sa quel che scrive essendo ormai in stato pre-confusionale.
Non si può perder tempo a decifrare le fregnacce sconclusionate che ammannisce.
Non è un liberale.
E’ il solito statalista,il solito keynesiano, il solito sostenitore delle banche centrali inflazioniste.
Anacronistico, superato, controproducente.