di LUIGI FRESSOIA
Molti ridono di Di Maio frastornato come non mai, che pare destarsi e sentirsi spaesato come un passante catapultato al governo di una nazione, fosse anche di una cittadina. Facile sghignazzare ma c’è poco da ridere se andiamo a vedere il perché un simile ragazzotto senza arte né parte sia potuto diventare vicepremier, ministro degli esteri e capo del partito più grosso in parlamento.
Come sempre bisogna tornare alla storia del Pci e suoi succedanei, chiave di volta della politica italiana, poiché tutti gli altri in questi sessant’anni più di mero anti-comunismo non hanno mai saputo fare (tranne qualche conato del craxismo), quindi la comprensione della realtà passa necessariamente per l’esito del disegno egemonico comunista.
Finché il Pci ebbe il vento in poppa (1980) e anche finché non cadde il muro (1989), ragionò come forza di governo. Aveva ovviamente i suoi errori congeniti che lo avrebbero paralizzato/ucciso, ma finché i nodi non venne
Ottimo articolo che condivido in pieno. L’unico punto che mi permetto di contestare riguarda: “..zone evolute della Nazione italiana”. E’ più opportuno scrivere: “….zone evolute dello Stato italiano.” In quanto il paese italiota è solo uno stato e non può essere una nazione non avendone i requisiti di base. Questo non è un dettaglio di poco conto.