di MARIETTO CERNEAZ
Facciamo un salto all'indietro di quasi cinquant'anni. Era il 14 novembre del 1975, Franco – che morirà sei giorni dopo – decide di abbandonare al suo destino la sua colonia africana, il Sahara Occidentale, quella porzione di terra a sud-ovest del Marocco che nelle cartine geografiche viene sempre delimitata da confini tratteggiati.
Erano tempi in cui le pressioni Onu per la decolonizzazione, e le rivendicazioni dei Paesi limitrofi, erano forti. La Spagna firmò gli Accordi tripartito di Madrid con il Marocco e la Mauritania, che prevedevano un referendum per l’autodeterminazione. Ma di referendum non s'è vista nemmeno l'ombra e i due paesi decisero di invadere il Sahara occidentale, se lo spartirono (al Marocco andrà una gran parte affacciata sul mare, alla Mauritania una piccola porzione interna) e isolarono con muri i territori conquistati, respingendo la popolazione autoctona che si rifugerà nel campo profughi di Tindouf, in Algeria.
Oggi,