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Artsakh, la terra degli armeni “figli di un dio minore”

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di AMILCARE ALDRICH Fumano ancora le macerie nello stato dell’Artsakh, devastato dalla guerra, mentre proprio in questi giorni gli armeni stanno lasciando la loro terra e vivono l’ennesima tragedia della loro storia. E non gliene frega niente a nessuno! Questo piccolo lembo di terra, da sempre armeno, nel 1923 è stato assegnato alla Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaigian dal quel dittatore sanguinario noto come Stalin, che ben conosceva la logica del divide et impera. L’Artsakh è così finito sotto il potere azero turcofono e musulmano e ha dovuto subire da quel momento una lunga oppressione e l’immigrazione forzata di azeri. Con il disfacimento della vecchia URSS, il 6 gennaio 1992 anche gli armeni dell’Artsakh dichiarano la loro indipendenza, ma non passò neppure un mese e il 30 gennaio la neonata repubblica dell’Azerbaigian attaccò militarmente questa piccola encalve armena, dove vivono poco più di 100.000 persone. Gli armeni combatterono con valo
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