di PIETRO DI MUCCIO DE QUATTRO
La spesa pubblica è paragonabile ad una giungla infestata da sprechi, inefficienze, ruberie, stravaganze, contributi, incentivi, sgravi fiscali e regalìe d’ogni genere. Le categorie beneficiarie sono le più disparate. Talvolta sembrano inventate. Invece sono vere.
Nella fregola di regalare i fondi dell’erario, il parlamentare e il consigliere regionale, provinciale, comunale, gareggiano in generosità con i soldi del contribuente. E quando i denari in cassa non bastano, fanno debiti per sfogare con i doni pubblici la loro personale prodigalità.
Cos’hanno in comune i produttori di prosciutto e i proprietari di montoni riproduttori, l’ammansitore di cavalli e l’alpeggiatore di bestiame, l’allevatore di asini panteschi e il salvatore della capra girgentana, il vacanziere agevolato e il titolare di social card, il bebè con bonus e il tira risciò, l’installatore di segnali montani e l’istruttore di veline, lo spiantatore di vigne