di ARTURO DOILO
Dopo i tagli a colpi di motosega, dopo la liberalizzazione di interi settori, dopo la denazionalizzazione della moneta - il tutto in meno di 10 giorni - solo qualche allocco potrebbe pensare che Stato, parastato e loro accoliti avrebbero accettato le scelte politiche di Javier Milei.
I primi a far sentire la loro voce, a colpi di casseruole, sono stati i sindacalisti e i movimenti sociali, le loro propaggini. Come nulla fosse, sono scesi per le strade a protestare contro il disastro economico argentino, dimenticando che a causarlo sono stati loro e i loro rappresentanti, ultimi Fernandez e la Kirchner.
Non bastasse, ecco - puntuale - scendere in campo la magistratura "democratica":un giudice federale ha, infatti, accolto un'azione collettiva delle organizzazioni civili per dichiarare incostituzionale il "megadecreto" sulla deregulation (Decreto di necessità e urgenza, Dnu) annunciato mercoledì scorso dal governo di Milei. Il testo, che ha provocato vari gio