di LEONARDO FACCO
Il 15 dicembre scorso, su queste pagine ho scritto un articolo intitolato "Milei alla corte di Schwab? Nel mentre il suo ministro degli Esteri va a Bruxelles. E noi...". Riportavo questa frase in quel pezzo:
"Io su quegli psicopatici che si ritrovano in una baita in mezzo alla neve, e che ci dicono che "non avremo niente e saremo felici", ho sempre sparato a zero (vedi qui). Questa rivista seguirà con attenzione il suo intervento per quell'occasione, peseremo ogni sua parola. Cercheremo soprattutto, senza fare sconti, di capire quali sono le reali intenzioni e/o strategie del neopresidente argentino".
Ieri, 17 gennaio, Javier Milei in qualità di primo cittadino dell'Argentina - pomposamente introdotto da quell'oscuro figuro che è Klaus Schwab - s'è presentato sul palco di Davos ed ha parlato, anzi gliele ha cantate. Come mi ha confermato Alessandro Fusillo, "Se il suo discorso l'avesse scritto un estremista come Hans Hermann Hoppe sarebbe stato più mo
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