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Il giudice statale è l’esatto opposto di un giudice terzo

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di GIOVANNI BIRINDELLI

Una confusione molto diffusa è quella fra giudice terzo e giudice statale. Dato che nessuno è un buon giudice delle dispute di cui è parte, un giudice terzo è necessario, in alcuni casi, per avere un giudizio che sia il meno arbitrario possibile.

Il giudice statale, tuttavia, è l’esatto opposto di un giudice terzo. Egli infatti non solo è un impiegato dello stato ma giudica le persone per aver violato le leggi dello stato. Per esempio, un giudice statale non potrà mai giudicare lo stato per aver violato il NAP, poniamo nel caso dell’imposizione fiscale.

Forse non c’è presa per i fondelli maggiore della frase “La legge è uguale per tutti” affissa in ogni tribunale statale (il classico: “oltre il danno la beffa”). Se la legge fosse uguale per tutti, lo stato, a differenza di una persona qualunque, non potrebbe giudicare sé stesso; sarebbe giudicato da un giudice indipendente, come una persona qualunque; e sarebbe giudicato in base alla violazione del NAP, non in base alle sue stesse regole coercitive arbitrarie. Quindi non esisterebbe.

Non è quindi corretto dire che il libero mercato sarebbe capace di fornire, senza aggressione e con efficienza, il sistema giudiziario che oggi offre il migliore fra gli stati. Nel campo della giustizia, il libero mercato sarebbe capace di offrire, fra le altre cose, un giudice terzo, che nessun sistema giudiziario statale, per definizione, può offire.

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