di JAVIER MILEI
Oggi sono qui per dirvi che l’Occidente è in pericolo. È in pericolo perché coloro che dovrebbero difendere i valori occidentali si ritrovano cooptati da una visione del mondo che porta inesorabilmente al socialismo e, di conseguenza, alla povertà.Purtroppo, negli ultimi decenni, alcuni motivati dal desiderio benpensanti di voler aiutare gli altri e altri dal desiderio di appartenere a una casta privilegiata, i principali leader del mondo occidentale hanno abbandonato il modello della libertà per diverse versioni di ciò che chiamiamo collettivismo. Noi siamo qui per dirvi che gli esperimenti collettivisti non sono mai la soluzione ai problemi che affliggono i cittadini del mondo, ma, al contrario, ne sono la causa. Credetemi, nessuno meglio di noi argentini può testimoniare queste due questioni. Quando abbiamo adottato il modello della libertà, nel lontano 1860, in 35 anni siamo diventati la prima potenza mondiale. Mentre quando abbiamo abbracciato il col
Leggere che solo lo stato possa agire da arbitro porta la mente a immaginare che i keynesiani non conoscano neanche Keynes. In realtà lo stato è l’unica entità che per sua natura non può essere imparziale. Scrivere che per la crescita sia necessaria la collaborazione tra privato e pubblico significa pensare che nel tentativo di conseguire il miglioramento delle condizioni di vita occorra la collaborazione tra vittime ed estorsori, tra malavita organizzata e produttori ricattati. Se si ritiene che tali collaborazioni possano portare alla crescita degli stati si è involontariamente e parzialmente nel “giusto” ma solo per una questione paradossale: in realtà la crescita non è del benessere ma del potere invasivo degli stati stessi. L’Italia era una pseudopotenza mondiale (la quinta, comunque, non la quarta) perché nel primo dopoguerra le fu concesso un tasso fiscale non altissimo e una maggiore libertà economica. C’era già troppo stato ma molto meno di ora e poi avevamo aiuti da oltreoceano in cambio dell’affitto di territorio per le basi NATO; una situazione appena decente, di certo non grazie al controllo e all’auspicata collaborazione tra burocrati e tartassati. Chiamare liberalismo le politiche di Romano Prodi e Mario Draghi significa definire monarchico Giuseppe Mazzini e repubblicano Vittorio Emanuele III di Savoia. Forse non “anche” gli ebeti ma “solo” gli ebeti possono definire Milei un falso.
Non ha studiato Keynes. Solo lo stato può fare da arbitro solo la collaborazione tra privato e pubblico fa crescere gli stati. Io dico che se l’Italia era la 4° potenza mondiale n
è stato per il controllo e la collaborazione sopra citati. Se siamo caduti così in basso é per colpa del liberalismo……dal britannica Prodi e Draghi e via di seguito. Caro Mieli anche gli ebeti capiscono che sei un falso.
Milei è forse l’unico economista al mondo ad aver letto per ben 5 volte LA TEORIA GENERALE di quel pedofilo di Keynes. Ha scritto un libro intitolato DESENMASCARANDO LA MENTIRA KEYNESIANA, che è il miglior lavoro mai fatto per demolire le teorie del lord inglese. Quindi, taci, ignorante!
Quanto si sente che ha studiato in modo profondo il libertarismo e la sua evoluzione. In più la misura con la quale ha spiegato le diverse forme di collettività raffinato messe in campo dagli stati è frutto di riflessione e capacità non comuni. Noi libertari dovremmo imparare da lui.
Ps: quando si è fatto largo la misura delle parole non era affatto il suo forte…
Milei ha appena tirato fuori dalla pentola e messa su di un piatto una grossa patata bollente. Un discorso un po’ lungo per esprimere che il Mondo sta a guardare per vedere chi aprirà il coperchio del vaso di Pandora. Tutti sanno o credono di sapere cosa ci sia dentro e per questo che tentennano e aspettano che un’altro lo apra. Ormai siamo in un era dove le basi per i nuovi giochi di potere sono fatti. Quelli che io chiamo i grossi burattinai, i volponi, hanno già in mano i fili collegati ai fantomatici burattini dalle teste di legno e sono ben nascosti dietro le tende del teatro mondiale. Milei lo ha appenna accennato dicendo inoltre di stare in campana in un ben studiato giro di parole, concludendo, che lui e’ votato a salvare il suo Paese prima che questo finisca nelle voraci mandibole dei predatori. Fa anche capire che chi mi crede , mi segua. Dopo tutto sta offrendo un nuovo piatto su di un comune menu di in noto ristorante.
Is there an English version of this?
Thanks
I think so!
Ha detto tutto quello che un ancap voleva sentire, a un’assemblea composta da socialisti, capitalisti di relazione e parassiti. Il messaggio è passato, le buone idee si stanno diffondendo anche nel mainstream. Il cambiamento potrà avvenire solo dal basso, quando le singole persone acquisiranno consapevolezza e rigetteranno per sempre la superstizione statale.
Concordo
La ovviamente condivisibile intemerata di Milei contro il socialismo, a mio avviso ha perso un bel po’ di efficacia sul grande pubblico, perchè ha mancato di precisare che la dottrina del WEF, il green e tutto il ciarpame dell'”Agenda 2030″ non è altro che il virus mutato del socialismo per sopravvivere ai disastri menzionati nel discorso.
Come anche Facco ricorda nel suo libro, i calcinacci del Muro di berlino sono caduti addosso ai suoi avversari anche grazie al fatto che molti, anche tra i nemici del WEF, chiamano quelle politiche socialiste “neoliberismo”.
E’ vero. Dovremmo imparare a chiamare le cose con il loro nome autentico. Non liberismo l’interventismo e non progressismo il luddismo passato così come l’interventismo legislativo attuale.