di DAVID MERMELSTEIN*
C'era una volta un vecchio edificio le cui fondamenta si erano deteriorate nel tempo a causa di un'umidità crescente, che veniva ignorata per evitare i costi di riparazione e che, al contrario, veniva lapalissianamente mascherata ricoprendola con rivestimenti in "Durlock", cartelloni di cattivo gusto e altri accessori a basso costo che duravano sempre meno - nonostante godessero di un ottimo marketing - e che, prima o poi, danneggiavano ancora di più le strutture deteriorate.
L'edificio, progressivamente più umido e fatiscente, si trovò ad avere sempre meno spazio abitativo e a perdere strutturalmente la capacità di ospitare gli inquilini e i proprietari, lasciando fuori più del 40% di coloro che avevano bisogno di essere ospitati per tutto il 2023. A quel punto è apparso chiaro che, se questa dinamica fosse continuata, l'edificio non avrebbe avuto altro destino se non quello di un imminente crollo, cioè di diventare completamente inabitabile.
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