di LEONARDO FACCO
Del discorso di Juliane Assange, tenuto a Bruxelles due giorni fa, tra le moltissime verità esposte, mi ha colpito una frase su tutto, questa sotto.
Con la sua infinita arroganza, la parte malata del giornalismo (maggioranza assoluta) crede che, se la gente li odia, è perché qualcuno - come il sottoscritto ad esempio - li insulta (e ne prende le distanze professionalmente). Di conseguenza, riducono la loro analisi politica al piagnisteo per il pubblico in continuo calo o al fatto che se le masse di "utili idioti" non fanno quel che loro propagandano, allora la democrazia è in pericolo. Analizzano gli ascolti e meditano su come il “quarto potere” si stia sgretolando a tutta velocità, senza accorgersi che la loro mancanza di credibilità è alla base del loro crollo.
Per anni, durante le tribolate vicissitudini dell'Assange perseguitato, e la prigionia in Inghilterra, i sondaggisti ci dicevano che la categoria degli scribacchini era tra le più odiate
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