di MARCO DABIZZI
Nel 1981, un medico di Los Angeles descrisse cinque casi di grave deficienza immunitaria, tutti tra uomini omosessuali che sniffavano nitrito di amile, abusavano di altre droghe, abusavano di antibiotici e probabilmente soffrivano di malnutrizione e malattie sessualmente trasmissibili. Sarebbe stato logico ipotizzare che questi gravi casi di immunodeficienza avessero origini da tossine e stile di vita. Affermare questo però sarebbe equivalso a un'incriminazione dello stile di vita di questi pazienti, cosa inammissibile politicamente, per via delle pressioni della lobby omosessuale.
Si dovette perciò trovare un'altra ipotesi e la soluzione fu inventarsi un retrovirus. I dati scientifici a sostegno di questa ipotesi erano e, sorprendentemente, sono ancora del tutto assenti. Ma l'assenza di dati e prove non ha mai bloccato una buona teoria, e l'interesse istantaneo e appassionato dei ricercatori e delle istituzioni che si occupavano di trovare un'origine virale p