di LEW H. ROCKWELL JR.
Joe Sobran era uno dei miei più grandi amici, e ho pensato spesso a lui la scorsa settimana, perché il 23 febbraio è stato l'anniversario della sua morte. Era un uomo coraggioso e di estrema integrità. Iniziò a scrivere di politica per la National Review, ma ruppe con l'editore, l'agente della CIA William F. Buckley, Jr., per il suo rifiuto di sostenere Israele. Inoltre, il suo intelletto penetrante lo aveva portato a trovare attraente il pensiero di Murray Rothbard, e anche questo Buckley non poteva tollerare, poiché odiava Rothbard, un odio a cui nemmeno la morte di Rothbard aveva messo fine.
Poiché Buckley non riusciva a sopportare il dissenso di Sobran, lanciò una campagna diffamatoria contro di lui. Chiamò Joe "antisemita" a causa delle sue opinioni antisioniste. Ovviamente è ridicolo. Chiunque conoscesse Joe avrebbe capito che era una persona gentile, bendisposto verso tutti, indipendentemente dalla loro origine etnica. Come ho detto, ammir