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Quell’idea di mobilità come “disservizio”

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di MATTEO CORSINI Secondo Sergio Savaresi, professore del Politecnico di Milano, "nel giro di vent’anni passeremo dal modello dell’auto privata alla «mobility as a service»". Il tutto perché si passerà "dal modello tradizionale e obsoleto basato sull’auto privata alla servitizzazione della mobilità. In Italia siamo 60 milioni di abitanti con 40-45 milioni di automobili private. Non sarebbe sostenibile sostituire 45 milioni di auto termiche con altrettante elettriche, poco utilizzate. E quindi potremmo scendere a 5-10 milioni di automobili, in grande prevalenza elettriche, in grandissima prevalenza condivise". Sorvolando sull'orribile termine "servitizzazione", non mi è chiaro in base a cosa sia oggettivamente sancibile l'obsolescenza dell'auto di proprietà del singolo automobilista. A me pare che la progressiva riduzione della proprietà di automobili da parte dei singoli automobilisti sarà dovuta più a un tema di insufficienza di budget che alla mutata attitudi
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2 COMMENTS

  1. Che i car guys siano vessati dalle tasse è verissimo, ma pensare di entrare in un’auto senza poterla guidare no. Per ora in questo paese la guida autonoma è solo una possibilità. Le tribù di tamarri che vogliono “manualmente” guidare un auto per sgommare e fare le loro maranzate varie saranno una specie protetta e ultra tutelata, visto che qui la guida totalmente autonoma è proibita al momento e, se arriverà, sicuramente sarà dopo il Lesotho e il Botswana.

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