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Il razzismo degli anti-razzisti!

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di ALBERTO MASCIONI I suoi tratti somatici sono marcatamente mitteleuropei, al punto che avrebbe potuto essere il testimonial perfetto per i manifesti della Hitlerjugend. Il suo nome sicuramente non sarebbe mai venuto in mente a Manzoni, per il ruolo del cugino fanfarone di Don Rodrigo, né a Italo Calvino, per impersonare il bandito romantico ma effimero de Il barone rampante, né a Cesare Pavese, per il vecchio proprietario terriero de La luna e i falò, e tantomeno a Tomasi di Lampedusa, per l’organista chiacchierone che accompagna Don Fabrizio a caccia. Nella sua famiglia parlano tedesco e il suo italiano è peggiore di quello del mitico Professor Kranz di Paolo Villaggio. Quindi, pur avendo passaporto italiano, pur essendo italiano per ius sanguinis, è evidente che Jannik Sinner non rappresenti “l’Italianità”. E dicendo ciò nessuno avrebbe nulla da eccepire. E allora, perché non si può dire la stessa cosa di Paola Egonu, di Mario Balotelli, di Jasmine Paolini
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5 COMMENTS

  1. Ma che dite, parla benissimo italiano, meglio di un qualunque laureato pugliese. Fa parte della folta schiera di quel fazzoletto di Austria che con Thoeni, Di Biasi, Messner e tanti altri ha dato lustro e decoro immeritato a sto caxxo di paesello.

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